E' un anno che non compro nè Ruoteclassiche, nè Autonmobilismo d'Epoca, nè Auto d'Epoca...
Da qualcuno di voi (che le acquista ancora) vorrei sapere se le quotazioni delle auto storiche tra l'una e l'altra rivista sono distanti come tempo fa oppure ultimamente si sono allineate...grazie.
Riviste di settore
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"All' Alfa sanno fare i guanti alle mosche". E. Ferrari
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Re: Riviste di settore
Se vai nel sito marapcana.tech puoi trovare e legge molte riviste interessanti tra cui automobilismo d'epoca
Re: Riviste di settore
Grazie della "dritta"...non ne ero a conoscenza...
"All' Alfa sanno fare i guanti alle mosche". E. Ferrari
Re: Riviste di settore
Oggi, colto da una certa curiosità, passando a un'edicola ho acquistato il periodico "Autoitaliana".
Sapevo era da poco uscito il numero 3 in occasione dei 110 anni dell'Alfa Romeo.
Devo dire che è molto ben fatta sono 194 pagine quindi molto nutrita considerato anche che non è intrisa di pubblicità. Foto ricercate, molte foto. Insomma mi è piaciuta parecchio. Penso di chiedere i due numeri arretrati.
All'interno un reportage sulla collezione Alfa di Axel Marx. Qualcuno di noi lo conosce, vero Roberto?
Saluti
WB
Sapevo era da poco uscito il numero 3 in occasione dei 110 anni dell'Alfa Romeo.
Devo dire che è molto ben fatta sono 194 pagine quindi molto nutrita considerato anche che non è intrisa di pubblicità. Foto ricercate, molte foto. Insomma mi è piaciuta parecchio. Penso di chiedere i due numeri arretrati.
All'interno un reportage sulla collezione Alfa di Axel Marx. Qualcuno di noi lo conosce, vero Roberto?
Saluti
WB
- JohnnyBravo
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Re: Riviste di settore
Enorme collezione, c'è pure l'autoscontro.
La vita è un viaggio, e allora perché non farlo in prima classe?
Re: Riviste di settore
Su epocAuto di Febbraio 2022 c'è un articolo sulla Montreal
Chi colleziona questo tipo di cose compri il giornale...
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"All' Alfa sanno fare i guanti alle mosche". E. Ferrari
- JohnnyBravo
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Re: Riviste di settore
Fred ha fatto le pulci all'articolo, magari se ne ha voglia ne riporterà qualcosa.
La vita è un viaggio, e allora perché non farlo in prima classe?
Re: Riviste di settore
Se "troverà il tempo"...farà cosa gradita...
Se no... pazienza!
(Vivo bene anche senza FB)
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- fred faster
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Re: Riviste di settore
Con grande ritardo pubblico il mio commento, chiaramente a chi non ha l'articolo non potrà dire molto, però può essere interessante...
"Da grande appassionato della Montreal, devo dire che ho trovato il servizio a lei dedicato da Elvio Deganello davvero interessante, non il solito copia-incolla di altri articoli infarciti di pregiudizi, come spesso capita di leggere anche su testate di riferimento del settore, ma il frutto di una ricerca personale che ho trovato in tantissimi tratti interessante, perché dettagliata e ben esposta. Molto coerente il racconto della genesi del modello di serie, con la diatriba Alfa-Bertone incentrata sul prototipo Marzal e poi sviluppata sulla Montreal. D'altra parte, nella descrizione delle caratteristiche tecniche del modello di serie, facilmente reperibili in quanto svelate ormai da più di 50 anni, mi ha in po’ sorpreso la citazione dello “slittone” come componente presente sulla vettura, quando lo schema dell’assale posteriore ricalca fedelmente quanto invece già realizzato sulla serie 105: assale rigido con triangolo di reazione e puntoni longitudinali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici. Un plauso anche alla descrizione dei dettagli che caratterizzano le preserie, nella quale ho ritrovato anche informazioni prese da quanto pubblicato sul "Leilog" dedicato alla mia Montreal (fregio posteriore, acceleratore a mano ed asta cofano), ma che alla fine non fanno che arricchire i contenuti dell’articolo a beneficio del lettore più curioso, ottimo! Aggiungo qualche dettaglio a me noto sui sedili a righe: per quanto ne sappia, il panno che ricopre i sedili è diverso dai modelli di serie solo sulle vetture allestite nel 1970 con telaio 1425101 (di colore arancio pastello, utilizzata per le prove in strada a Ginevra 1970 ed adesso custodita al Museo Alfa Romeo, con trama spigata visibile nella seconda foto in alto di pag.15), e con telaio 1425102 (di colore verde metallizzato, presentata allo stand di Ginevra 1970 ed oggi nella collezione Lopresto, che utilizza lo stesso tessuto delle Miura a righe e quadri). Un’altra piccola imprecisione riguarda la foto della cerniera del lunotto mostrata a pag. 16 (raffigurante molto probabilmente gli interni della 1425102) e le cui soluzioni (plafoniera metallica e cerniere rivestite in finta pelle) non furono poi trasferite nella produzione di serie. Molto ben curata e dettagliata la sezione destinata alle corse, aspetto che di solito non viene trattato quando si presenta la Montreal sulla carta patinata; anche se i risultati non sono stati all’altezza delle potenzialità della vettura è lodevole far conoscere il tentativo di conquistare anche successi sportivi su pista ed i trionfi realizzati nelle competizioni sull’acqua. Infine, la descrizione delle particolarità del sistema di iniezione SPICA (avrei evitato di citare la sua storpiatura…) aggiunge ulteriore valore per chi vuole veramente sapere di più tecnicamente su questa straordinaria Gran Turismo ed andare oltre le solite citazioni negative e deprimenti sulla presunta inaffidabilità dell’auto. Citazioni che non rendono per niente giustizia ad un progetto che, giustamente, sta ricevendo ogni anno di più l’apprezzamento che merita, per la capacità dimostrata dall’Alfa Romeo di aver prodotto e messo sul mercato una vettura disegnata da un Maestro dello Stile, dotata di un motore generoso e potente strettamente derivato dalle competizioni, dotato di un sofisticato sistema elettromeccanico di gestione dell’iniezione di carburante e di un sistema di accensione elettronica all’avanguardia per i tempi, il tutto calato su una piattaforma telaistica che ne ha consentito il contenimento dei costi di realizzazione e quindi la messa in strada. Complimenti, quindi, e lunga vita alla Montreal!"
Saluti,
Fred
"Da grande appassionato della Montreal, devo dire che ho trovato il servizio a lei dedicato da Elvio Deganello davvero interessante, non il solito copia-incolla di altri articoli infarciti di pregiudizi, come spesso capita di leggere anche su testate di riferimento del settore, ma il frutto di una ricerca personale che ho trovato in tantissimi tratti interessante, perché dettagliata e ben esposta. Molto coerente il racconto della genesi del modello di serie, con la diatriba Alfa-Bertone incentrata sul prototipo Marzal e poi sviluppata sulla Montreal. D'altra parte, nella descrizione delle caratteristiche tecniche del modello di serie, facilmente reperibili in quanto svelate ormai da più di 50 anni, mi ha in po’ sorpreso la citazione dello “slittone” come componente presente sulla vettura, quando lo schema dell’assale posteriore ricalca fedelmente quanto invece già realizzato sulla serie 105: assale rigido con triangolo di reazione e puntoni longitudinali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici. Un plauso anche alla descrizione dei dettagli che caratterizzano le preserie, nella quale ho ritrovato anche informazioni prese da quanto pubblicato sul "Leilog" dedicato alla mia Montreal (fregio posteriore, acceleratore a mano ed asta cofano), ma che alla fine non fanno che arricchire i contenuti dell’articolo a beneficio del lettore più curioso, ottimo! Aggiungo qualche dettaglio a me noto sui sedili a righe: per quanto ne sappia, il panno che ricopre i sedili è diverso dai modelli di serie solo sulle vetture allestite nel 1970 con telaio 1425101 (di colore arancio pastello, utilizzata per le prove in strada a Ginevra 1970 ed adesso custodita al Museo Alfa Romeo, con trama spigata visibile nella seconda foto in alto di pag.15), e con telaio 1425102 (di colore verde metallizzato, presentata allo stand di Ginevra 1970 ed oggi nella collezione Lopresto, che utilizza lo stesso tessuto delle Miura a righe e quadri). Un’altra piccola imprecisione riguarda la foto della cerniera del lunotto mostrata a pag. 16 (raffigurante molto probabilmente gli interni della 1425102) e le cui soluzioni (plafoniera metallica e cerniere rivestite in finta pelle) non furono poi trasferite nella produzione di serie. Molto ben curata e dettagliata la sezione destinata alle corse, aspetto che di solito non viene trattato quando si presenta la Montreal sulla carta patinata; anche se i risultati non sono stati all’altezza delle potenzialità della vettura è lodevole far conoscere il tentativo di conquistare anche successi sportivi su pista ed i trionfi realizzati nelle competizioni sull’acqua. Infine, la descrizione delle particolarità del sistema di iniezione SPICA (avrei evitato di citare la sua storpiatura…) aggiunge ulteriore valore per chi vuole veramente sapere di più tecnicamente su questa straordinaria Gran Turismo ed andare oltre le solite citazioni negative e deprimenti sulla presunta inaffidabilità dell’auto. Citazioni che non rendono per niente giustizia ad un progetto che, giustamente, sta ricevendo ogni anno di più l’apprezzamento che merita, per la capacità dimostrata dall’Alfa Romeo di aver prodotto e messo sul mercato una vettura disegnata da un Maestro dello Stile, dotata di un motore generoso e potente strettamente derivato dalle competizioni, dotato di un sofisticato sistema elettromeccanico di gestione dell’iniezione di carburante e di un sistema di accensione elettronica all’avanguardia per i tempi, il tutto calato su una piattaforma telaistica che ne ha consentito il contenimento dei costi di realizzazione e quindi la messa in strada. Complimenti, quindi, e lunga vita alla Montreal!"
Saluti,
Fred