fred faster ha scritto: ↑sabato 28 gennaio 2023, 14:59
Adriano ha scritto: ↑venerdì 20 gennaio 2023, 15:03
Dopo l’ultimo NR “importante”, quello del decennale a Orvieto (che sono felicissimo di aver organizzato), il mondo è sostanzialmente cambiato. Chiaro che se il mondo va a rotoli è molto difficile far finta di niente.
... e se Adriano dimentica che dopo il NR del decennale di Orvieto del 2018 c'è stato anche "Alfanauti nelle Marche 2019" vuol dire che il tempo sta cancellando anche i ricordi più recenti. E nessuno che si prende la briga di organizzare un NR dal 2021!
Eh caro Fred hai proprio ragione, dopo Orvieto del decennale c’è stata Ancona ad Aprile, tra l’altro con un tempo splendido, direi poco alfanautico: sole splendente in riva al mare che pareva estate! In effetti è stato l’ultimo NR importante dell’epoca pre catastrofica, perché da lì in avanti il mondo ha preso una pessima piega e malgrado il tempo trascorso non accenna a normalizzarsi, forse non si normalizza più.
Mettiamoci pure che per me Orvieto 2018 è stato un po’ la conclusione di una parabola, perché sapevo perfettamente che era l’ultimo NR che organizzavo: oggi l’età me lo impedirebbe. Non sembra ma è un bello stress, del resto tu lo sai bene, perché mi pare che ad Ancona ci siamo non radunati varie volte. Per cui è spiegabile il lapsus: per me Orvieto 2018 è importante per forza e, in qualche modo, “conclusivo”.
Penso che il mondo attuale, con tutte le sue complicazioni, necessiti di una rimodulazione dei rapporti che sono decisamente meno spensierati di quelli ante disastri. Voi che l’età e le energie ce li avete potrete riadattarvi, sperando che la situazione piano piano ritorni ad essere tollerabile.
Credo che sia inutile far finta di niente e pensare che tutto in fondo sia come prima, non è così. Difficile dire (è troppo presto) che tracce ha lasciato nell’inconscio di ognuno la sfilza di catastrofi cui abbiamo dovuto assistere e di fatto dire che è stato tutto risolto e siamo tornati alla normalità non corrisponde alla situazione reale, che è ancora terribilmente incerta e da molti punti di vista.
Ieri siamo andati al comune di Orvieto per una pratica e un bel cartello ci ha avvisato che non si entra più: chi vuole parlare con qualcuno deve prendere un appuntamento. E sto parlando di un posto che funzionava a meraviglia. Adesso è praticamente diventato inaccessibile ovvero accessibile poco e a determinate condizioni. Prima entravi e magari facevi più cose, passando da una stanza all’altra, a seconda delle competenze, e tutti ti accoglievano con gentilezza ed efficienza. Sparito tutto, non esiste più e sono convinto che rimarrà così.
Mi pare che l’esempio sia piuttosto esplicativo e che chiarisca la situazione in cui siamo. Per cui non possiamo lamentarci che non si facciano più i bei raduni di un tempo e che la gente sia meno disponibile. Non voglio drammatizzare, magari perché influenzato dai miei casi personali, ma nemmeno possiamo minimizzare.
Il mondo cambia, certe volte più rapidamente della nostra capacità di adattamento. E non è che abbandonandosi al pessimismo i problemi si rivolvano più in fretta. Né mi pare utile attribuire tutte le colpe agli altri che improvvisamente son diventati chiusi, asociali e pure logorroici. È tutta l’umanità che è abbacchiata e ferita, mica solo le badanti ucraine, molto meno spensierate di prima. Con buona ragione.