Il futuro è elettrico?

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Portello
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Re: Il futuro è elettrico?

#61

Messaggio da Portello »

A proposito della transizione elettrica, interessanti le considerazioni della Gabanelli sul Corriere.

L'industria dell'auto europea ha un vantaggio tecnologico sui motori a combustione interna, mentre é in ritardo sulla componentistica elettronica.
Il passaggio all'elettrico determinerà la perdita di questo vantaggio competitivo e la conseguente dipendenza tecnologica dalla Cina.
Cina che da molti anni ormai si é impossessata dei territori ricchi di minerali, indispensabili alla produzione di batterie elettriche e di semiconduttori.

La situazione determinerà un (ulteriore?) spostamento del peso economico e politico dall'Occidente all'Estremo Oriente.
Tale spostamento sembra essere sponsorizzato dalla Germania che produce si auto, ma non componenti!

Come orami sembra di prassi, chi ci perderà sarà il nostro comparto industriale: storico fornitore di componenti per le fabbriche tedesche.

Sembra anche che si perderà 1/3 della forza lavoro europea coinvolta nella "Supply Chain" dell'auto a combustibile (e carburante) fossile.

In effetti la trazione elettrica é enormemente più semplice (batterie a parte) da produrre di quella "termica".

Non so voi ma questo scenario a me non piace per nulla :->>
______
Portello
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Adriano
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Re: Il futuro è elettrico?

#62

Messaggio da Adriano »

Portello ha scritto: martedì 14 dicembre 2021, 22:05 Non so a voi ma questo scenario a me non piace per nulla :->>
La storia non ha mai chiesto agli uomini se gli sta bene o sono felici.

Come dice il poeta: La storia siamo noi.
Ma dobbiamo avere la voglia di farla.
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rocav
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Re: Il futuro è elettrico?

#63

Messaggio da rocav »

E' quindi ora di ricominciare a costruire centrali elettriche, peccato che ormai sono troppo vecchio per rientrare in servizio.
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JohnnyBravo
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Re: Il futuro è elettrico?

#64

Messaggio da JohnnyBravo »

Centrali elettriche bisognerà farne, ma forse non come quelle che abbiamo avuto finora, che sia un nucleare più pulito e sicuro o altro non so.
Ormai la politica europea ha deciso, siamo al punto di non ritorno e dobbiamo adattarci a quello che verrà, sperando solo che non ci vietino di girare con le monelle. -((
Gabanelli ha perfettamente ragione, ma tocca a noi rimboccarci le maniche e cambiare la nostra industria, partendo dalle scuole che preferiscono far imparare Dante a memoria piuttosto di qualcosa che serve veramente nella vita. :-I

Se ci arrocchiamo sulle nostre posizioni rischiamo grosso.
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Filarete
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Re: Il futuro è elettrico?

#65

Messaggio da Filarete »

Il problema (sono d'accordo con te) riguarda le scuole professionali.
Sono state istituite per "insegnare un mestiere"... oltre che per dare (giustamente) almeno i rudimenti della cultura di base...
Invece mi risulta che abbiano laboratori ed attrezzature a dir poco obsolete...e professori non all'altezza, che non si aggiornano.

Il risultato è che chi si diploma e trova (magari con un colpo di fortuna) un posto di lavoro... si sente un pesce fuor d'acqua, è retribuito col minimo sindacale e si convince col passare del tempo di aver buttato cinque anni di studi...

P.S. Dopo un po' non ricorderà neppure se Dante è un poeta o un olio... ;-)
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Adriano
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Re: Il futuro è elettrico?

#66

Messaggio da Adriano »

Per secoli si sono fatte entrambe le cose. Improvvisamente sono diventate antagoniste. Perché? La cultura è una perdita di tempo? Siamo sicuri?

Ricordiamoci che Marchionne si è laureato prima in filosofia, successivamente in diritto e soltanto dopo ha fatto un master in BA. Dobbiamo ritenere che la prima laurea sia stata una perdita di tempo? Io (e probabilmente anche lui) credo di no.

Sono sempre stato convinto che imparare le cose a memoria sia l’ultimo gradino del nozionismo. Che certo non insegna a pensare ed ora meno che mai, visto che di nozioni se ne trovano in due secondi quante se ne vuole.

Ma non basta, bisogna pure metterle in relazione fra di loro e tirare le conclusioni. Se non addirittura prevedere gli sviluppi futuri. Tutte cose che richiedono un cervello funzionante ed un bell’allenamento per tenerlo in esercizio.
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Filarete
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Re: Il futuro è elettrico?

#67

Messaggio da Filarete »

Le "palestre" per il cervello ci sono.

Noto però scarsa partecipazione agli "allenamenti"... ;-)
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Adriano
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Re: Il futuro è elettrico?

#68

Messaggio da Adriano »

La palestra istituzionalmente deputata, cioè la scuola, era già carente prima ma negli ultimi due anni è stata praticamente chiusa per cause di forza maggiore. Cosicché gli esami sono stati del tutto simbolici ma già in precedenza erano notevolmente diminuiti di incisività. Basta guardare ai risultati, con una percentuale di promossi, di oltre il 95%, che non è credibile.

Tutto sommato non si è fatto né ciò che auspica Remo, cioè sostituire un nozionismo obsoleto con cose più utili, né ciò che vorrei io, cioè non tanto imbottire di nozioni superate i ragazzi ma, attraverso quel tipo di studi, fornire una metodologia e un robustissimo allenamento, con conseguente fiducia nelle proprie potenzialità di apprendimento, in modo da poter entrare all’università, che è l’ultimo anello dell’istruzione, e poter finalmente applicarsi a ciò a cui ci si sarebbe dovuti dedicare nella vita lavorativa.

Cioè esattamente ciò che avveniva ai tempi miei in cui la scuola doveva servire a formare, più che ad istruire, per cui una volta usciti dal liceo si poteva andare nelle facoltà più disparate, umanistiche o scientifiche, sicuri di poter affrontare qualsiasi cosa cavandosela dignitosamente.

Ed era talmente vero che spessissimo, oltre agli studi istituzionali, quasi tutti coltivavano pure studi personali “in più” per hobby: storia, letteratura, filosofia, archeologia, che poi si portavano dietro per tutta la vita.

E spesso quelle passioni dilettantesche arrivavano a un livello di tutto rispetto, tale da potersi confrontare, magari in nicchie ristrette, con gli specialisti di quella materia. Questo fa capire che razza di allenamento avevamo.

Aggiungo un elemento: ad un recente concorso in magistratura c’è stato un numero di bocciati
alle prove scritte inconsuetamente elevato. Gli esaminatori hanno spiegato che ciò era dovuto essenzialmente alla disastrosa forma espressiva, cioè in pratica gli esaminandi, tutti laureati, non erano in grado di esporre per iscritto, in una forma accettabile e comprensibile, le nozioni che possedevano. Quindi la scuola non era stata in grado di fornire loro uno strumento linguistico atto a comunicare ovvero era talmente carente da non riuscire ad assolvere alla sua funzione. Ovviamente all’università non si poteva insegnare a scrivere e quindi venivano messi in circolazione dei laureati non in grado di comunicare correttamente il loro pensiero.

Questo mi pare il peggior fallimento che si possa immaginare e quindi penso che, qualsiasi scuola si possa immaginare, se ne faccia una in grado di fornire almeno gli strumenti di base, perché è inutile possedere delle nozioni se poi non si possono comunicare correttamente.
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Filarete
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Re: Il futuro è elettrico?

#69

Messaggio da Filarete »

Adriano ha scritto: domenica 19 dicembre 2021, 1:47
Questo mi pare il peggior fallimento che si possa immaginare e quindi penso che, qualsiasi scuola si possa immaginare, se ne faccia una in grado di fornire almeno gli strumenti di base, perché è inutile possedere delle nozioni se poi non si possono comunicare correttamente.
Concordo.
Questi strumenti di base , secondo me, nelle scuole professionali/tecniche, dovrebbero essere il più possibile al passo coi tempi e non obsoleti... (come purtroppo succede ora)...
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JohnnyBravo
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Re: Il futuro è elettrico?

#70

Messaggio da JohnnyBravo »

Non parlo di licei, che giustamente sono rivolti a coloro che poi frequenteranno le università, ma neanche dei professionali puri, ci arrivano in azienda studenti a fare l'alternanza scuola-lavoro che nonostante arrivino da istituti tecnici elettronici non hanno spesso la minima idea di come si usi un multimetro per misurare correnti e tensioni e non sanno cosa sia un oscilloscopio. Certo, quando cominceranno a lavorare probabilmente lo impareranno comunque ma intanto la scuola non è servita a formare per il lavoro, sarà l'azienda stessa che li formerà.
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