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Re: Il futuro è elettrico?

Inviato: giovedì 15 giugno 2023, 23:22
da Filarete
Esplosa auto elettrica in un garage di Treviso.
Distrutta la casa!!!

Re: Il futuro è elettrico?

Inviato: venerdì 16 giugno 2023, 10:07
da Adriano
Peccati di gioventù. È una transizione importante. Da capire come si orienterà, ancora non ha preso una strada definita. Non è detto che lo stesso sistema vada bene per tutti: trasporto leggero, pesante, navi, aerei. C’è tanta strada da fare, del resto quando si cominciò a produrre la corrente elettrica su scala industriale, i tentennamenti fra continua e alternata furono notevoli. La storia è costellata da strade sbagliate e rami secchi. Solo il tempo stabilisce il cammino.

Intanto l’aumento dell’autonomia, la riduzione dei tempi di ricarica e in genere la riduzione dei costi, prosegue. Il salto, il miracolo che tutti ci aspettavamo non c’è stato. Un lento miglioramento sì. Per un po’ i due sistemi coesisteranno. Poi ad un certo punto uno prevarrà oppure si specializzeranno. Del resto i treni sono sempre stati elettrici, quasi ovunque.

Re: Il futuro è elettrico?

Inviato: lunedì 19 giugno 2023, 17:47
da JohnnyBravo
Sicuramente ci sono delle pericolosità intrinseche nell'alta tensione delle batterie delle elettriche e i guasti possono capitare.
Non mi sembra però che mettano sui giornale quando un'auto a benzina prende fuoco. :-)

Re: Il futuro è elettrico?

Inviato: martedì 20 giugno 2023, 8:45
da Adriano
Non lo mettono perché “non fa notizia”. Le macchine a benzina si sono sempre incendiate. Alcuni modelli con frequenza. Il picco ci fu quando cominciarono a diffondersi, anche nelle utilitarie, gli impianti di iniezione ad alta pressione. In caso di incidente si rompeva il cosiddetto “becco di flauto” che si trasformava in lanciafiamme. Mi pare che le Uno fossero tristemente note per questo problema. Ovviamente le macchine di categoria superiore avevano un interruttore inerziale che interrompeva istantaneamente il flusso. Mi ricordo un articolo su 4R dove si diceva che quel dispositivo, nella produzione di grande serie, incideva per una cifra irrisoria sul costo generale di produzione. Per quel risparmio molti fecero la fine di Giovanna d’Arco. Poi ci fu credo una norma che lo rese obbligatorio.