Re: Buon articolo su Auto d'Epoca luglio/agosto 2022
Inviato: lunedì 5 settembre 2022, 20:20
Beh, senza aver mai preso quel volante in mano, ricevo l’apprezzamento di Francesco e Remo, mica poco. Si vede che “l’osmosi alfanautica” funziona bene e si possono assorbire nozioni in via mediata. In realtà molte cose sono perfettamente logiche, perché se il pianale è quello e ci mettiamo sopra due quintali in più abbondanti è facile immaginare cosa possa accadere. È chiaro che, aumentando la potenza, le prestazioni ci sono ma poi vanno gestite.
E quel pianale lo conosco da 54 anni, sempre col problema opposto: grandi doti (commisurate all’epoca) con una grande carenza di cavalli. Praticamente sono stato tutta la vita a pensare quanto sarebbe stato bello avere 50/60 cavalli in più perché i 90 scarsi del GT 1300 sono veramente pochini. Stranamente all’epoca non ci si faceva gran caso, ho cominciato ad accorgermene quando a casa arrivò la 1750 berlina prima serie ma non tanto per la potenza, quanto per la coppia che, in confronto, mi pareva mostruosa. Facemmo un viaggio fino a Bolzano con le due macchine e più o meno riuscivo a non perdere il contatto ma sulle rampe della Fi-Bo la 1750 andava via e io arrancavo paurosamente. Quando ho guidato il GT 2000 ho capito che c’era spazio per qualcosa in più. Insomma quella macchina, con quel peso, sarebbe stata perfetta con 150/160 cavalli nel cofano. Che è poi quello che hanno le 2000 con preparazione non estrema che ho visto. Quindi quel pianale e quelle sospensioni possono gestire facilmente, magari con piccoli aggiustamenti di particolari (freni, ammortizzatori), potenze superiori a quelle di allora. Pure essendo contrario alle forzature, il motore Twin Spark ci sta benone e quelli di Alfaholics (ai quali RC questo mese ha dedicato un bell’articolo) hanno fatto una scelta oculata, anche esteticamente. Per cui sappiamo quali sono i limiti inferiori e superiori di quella struttura.
Quindi ciò che ha sballato tutto è stato l’aumento di peso che ha mandato in crisi tutto il sistema, contemporaneamente sollecitato da quella potenza che è ben superiore ai 150/160 cv di cui sopra. Probabilmente i progettisti lo sapevano benissimo e i collaudatori se ne saranno ampiamente accorti, sicché per carità di patria la faccenda è stata medicata “all’italiana” tirando fuori la leggenda della grande stradista, adatta ai lunghi viaggi confortevoli ma non certo a scendere dal Sestriere allegramente, cosa che non si confà ai commendatori cui la macchina era destinata. Praticamente era esattamente ciò che ai tempi si imputava alle americane, comodissime, potentissime ma con freni e telaio disastrosi che però, dati i limiti di velocità locali, erano tutto sommato sufficienti.
Ultima notazione: questa discussione che ha rianimato un forum un po’ dormiente, come osserva Remo, è la prova dell’imprevedibilità delle interazioni umane. In pratica l’articolo era stato postato ad maiorem gloriam della Montreal, senonché è saltato fuori tutt’altro: il panegirico, del quale è stata pure messa in dubbio la validità tecnica e l’obiettività, ha fatto scaturire le magagne del modello, in più come effetto secondario si è ridestato l’interesse per l’argomento e soprattutto il piacere della discussione articolata e non ridotta a battute telegrafiche., Mi pare un discreto e imprevedibile risultato.
Ma non sarà che i vari sistemi di messaggistica espressa ci hanno un po’ atrofizzato e impigrito? Perché per scrivere un’intervento articolato ci vuole un po’ di tempo e di applicazione ma forse ne vale la pena.
E quel pianale lo conosco da 54 anni, sempre col problema opposto: grandi doti (commisurate all’epoca) con una grande carenza di cavalli. Praticamente sono stato tutta la vita a pensare quanto sarebbe stato bello avere 50/60 cavalli in più perché i 90 scarsi del GT 1300 sono veramente pochini. Stranamente all’epoca non ci si faceva gran caso, ho cominciato ad accorgermene quando a casa arrivò la 1750 berlina prima serie ma non tanto per la potenza, quanto per la coppia che, in confronto, mi pareva mostruosa. Facemmo un viaggio fino a Bolzano con le due macchine e più o meno riuscivo a non perdere il contatto ma sulle rampe della Fi-Bo la 1750 andava via e io arrancavo paurosamente. Quando ho guidato il GT 2000 ho capito che c’era spazio per qualcosa in più. Insomma quella macchina, con quel peso, sarebbe stata perfetta con 150/160 cavalli nel cofano. Che è poi quello che hanno le 2000 con preparazione non estrema che ho visto. Quindi quel pianale e quelle sospensioni possono gestire facilmente, magari con piccoli aggiustamenti di particolari (freni, ammortizzatori), potenze superiori a quelle di allora. Pure essendo contrario alle forzature, il motore Twin Spark ci sta benone e quelli di Alfaholics (ai quali RC questo mese ha dedicato un bell’articolo) hanno fatto una scelta oculata, anche esteticamente. Per cui sappiamo quali sono i limiti inferiori e superiori di quella struttura.
Quindi ciò che ha sballato tutto è stato l’aumento di peso che ha mandato in crisi tutto il sistema, contemporaneamente sollecitato da quella potenza che è ben superiore ai 150/160 cv di cui sopra. Probabilmente i progettisti lo sapevano benissimo e i collaudatori se ne saranno ampiamente accorti, sicché per carità di patria la faccenda è stata medicata “all’italiana” tirando fuori la leggenda della grande stradista, adatta ai lunghi viaggi confortevoli ma non certo a scendere dal Sestriere allegramente, cosa che non si confà ai commendatori cui la macchina era destinata. Praticamente era esattamente ciò che ai tempi si imputava alle americane, comodissime, potentissime ma con freni e telaio disastrosi che però, dati i limiti di velocità locali, erano tutto sommato sufficienti.
Ultima notazione: questa discussione che ha rianimato un forum un po’ dormiente, come osserva Remo, è la prova dell’imprevedibilità delle interazioni umane. In pratica l’articolo era stato postato ad maiorem gloriam della Montreal, senonché è saltato fuori tutt’altro: il panegirico, del quale è stata pure messa in dubbio la validità tecnica e l’obiettività, ha fatto scaturire le magagne del modello, in più come effetto secondario si è ridestato l’interesse per l’argomento e soprattutto il piacere della discussione articolata e non ridotta a battute telegrafiche., Mi pare un discreto e imprevedibile risultato.
Ma non sarà che i vari sistemi di messaggistica espressa ci hanno un po’ atrofizzato e impigrito? Perché per scrivere un’intervento articolato ci vuole un po’ di tempo e di applicazione ma forse ne vale la pena.